Venerdi 3 marzo 2017 ore 17.30 – Palazzo d’Arnolfo
| Museo Terre Nuove
presentazione del libro
UN FIORE NEL MARE
di Josef Alfieri
prefazione di Nuccio Fava
a cura della Prof.ssa Paola Brembilla e dell’amico dell’autore,
nonché scrittore della sua biografia, Luca Di Dio.
Un giovane Poeta in giro per il mondo
Natale 2016 .
Accadono imprevisti nelle nostre vite che lasciano
tracce significative. Incontri mai immaginati con persone scoperte
all’improvviso che ti colpiscono per la loro immediatezza, la loro spontaneità
nel comunicare con innocenza. Ne emerge un interesse non banale per i fatti
della vita, per le differenti esperienze affrontate e che devi sapere
assaporare con il gusto e la curiosità dell’esperienza personale, della tua
irripetibile sensibilità. A me è capitato all’uscita della stazione di Santa
Maria Novella a Firenze: nel raggiungere la proiezione in anteprima dei
“Medici”, un colossal della Rai sulla Firenze del rinascimento segnata in modo
straordinario, tra le sue lotte e i suoi intrighi e le sue grandezze, marcata
dalla dinastia dei Medici e dalla loro influenza. A due passi dalla Stazione mi
attrae un chiosco di artigianato artistico, molto curato e di buon gusto. Mi
metto a chiacchierare con il giovane venditore e mi colpisce sin dal primo
momento, una dimensione diversa da quella del solito “accaparratore” di clienti
e turisti stranieri. 6 Ha una gran voglia di chiacchierare, raccontare della
sua vita, delle tante esperienze di lavoro molto varie, fino alla vocazione
principale: quella di sentirsi poeta, trarre ispirazione ad ogni occasione e da
ogni esperienza. Alle prese con un dialogo interiore ininterrotto che
costituisce la principale ragione della sua vita. Nel suo poetare c’è forte il
canto della sua napoletanità, mischiata al fascino fiorentino che continua ad
alimentarlo. C’è poi, come ispirazione che l’accompagna, un singolare bisogno
di quiete, una fiducia nella pazienza e nella speranza. Qualità e doti non
comuni che resistono senza rischio di resa, nonostante la confusione e il
disorientamento dei nostri giorni. I colori e i profumi, del mare e il cielo,
la nostalgia e la tristezza sono i punti di ispirazione delle poesie
dell’autore,insieme all'incontri, agli amori, e in ultima analisi la bellezza
della vita. Con i suoi aspetti anche di allegria e di gioia. Perciò ho
accettato di scrivere qualche riga di presentazione. Ringrazio per il dono
personale che ne ho ricevuto. Sono sicuro che Josef Alfieri continuerà a
scrivere poesie. Ha scoperto nel suo modo originale che le poesia è il respiro
dell'anima e non dobbiamo mai rinunciarci. Nuccio Fava
Note biografiche
È stato durante un freddo pomeriggio d’autunno che
Josef mi ha gentilmente chiesto: «Luca, ti andrebbe, in occasione dell’ormai
sempre più prossima pubblicazione del mio libro, di scrivere qualche cenno
della mia biografia?». Mi sono sentito subito più leggero. Perché non mi è
stato chiesto di mettermi nella posizione di un Umberto Eco o di un Roland
Barthes e di cimentarmi perciò in un’accurata critica letteraria. Mi sarei
sentito impacciato, inadeguato. Ho accolto l’offerta di Josef come una pura e
semplice dimostrazione di stima e amicizia. Un’amicizia fatta di confidenze e
confessioni, di discussioni giocose e di scontri seri. Un’amicizia ormai
ventennale, che è partita dai verdi prati dei giardinetti di San Giovanni
Valdarno, dove respirare la vita e l’infanzia è stato pur sempre memorabile.
Cercherò, quindi, di non parlare di Josef come di un emergente scrittore, a
questo ci penseranno i lettori quando affonderanno l’olfatto nelle pagine del
suo testo, ma con una totale armonia umanistica, descrivendolo per come lo conosco.
Ripeto, da amico. Josef è nato il 26 Maggio del 1994 a Figline Valdarno. Io
sono di settembre, dello stesso anno. Perfetti coetanei. Entrambi residenti a
San Giovanni Valdarno, paese limitrofo al luogo di nascita. Insieme abbiamo
frequentato l’asilo, le scuole elementari e le medie. E sarò sincero, non ho
mai visto, in Josef, quello che potrebbe essere definito il timbro dello
scrittore. La scuola, come per me del resto, credo gli facesse una brutta
impressione; un’estensione illegittima del potere coercitivo dello Stato. I
voti, i programmi didattici da cui prescindere è impossibile, lo stare “legati”
al banco, erano una palese seccatura. Ci siamo poi necessariamente divisi. Lui
ha scelto l’istituto geometri e io, imbambolato dai professori, il liceo linguistico.
E ne abbiamo parlato spesso, alternando la serenità di spirito a una rabbia
surrettizia, del fatto che entrambi avevamo scelto le superiori con eccessiva
fretta, sperando solo in un accomodamento postumo. Io sono finito a studiare
Storia all’università, lui ha giustamente scelto una vita lontana da quel
mondo. La trovo una scelta coraggiosa, in generale, quella di ammettere a se
stessi che stare incollati a una sedia, col baluginio della lampada che
illumina il libro che obbligatoriamente devi studiare, non è la massima
ambizione che si possa avere. La cultura è un immenso mondo, che non può essere
circoscritto tra le mura di un edificio. La cultura si assapora ovunque: nelle
case, nei libri. La cultura viene fuori per osmosi. Ed è sicuramente a partire
da questa consapevolezza, che Josef ha iniziato ad appassionarsi. La passione è
tutto. Per il teatro, per la letteratura, per il cinema. Fin quando ha ripreso
tra le mani anche poesie dell’epoca classica, che tanto detestava a scuola.
Perché, appunto, si sentiva costretto a decifrarne il senso. Quando si legge,
invece, si è come ricoperti di un’aura magica che ti dà la possibilità di
essere tu stesso l’artefice del tuo destino. Ed è così che nasce un uomo,
giovane, che vuole difendere le sue parole. In realtà, prima di arrivare dov’è
adesso, quindi in procinto di “essere letto”, Josef ha vissuto. “I nostri
ragazzi stanno crollando”, dice Adrien Brody nel capolavoro cinematografico
Detachment di Tony Kaye. È vero. La mia generazione risente di una cronica
incapacità di vivere. Perché vivere significa anche essere leggeri. Non
superficiali, ma leggeri. È tutto sedimentato sotto l’endemica sensazione di
disperazione, verso un mondo che non ha i mezzi e la volontà reale di regalarci
opportunità. Josef, invece, questa leggerezza la conosce bene. Ha fatto
numerosi viaggi, e tante esperienze, nonostante la sua giovane età. Dopo il
diploma è stato a Barcellona. Poi si è buttato nel mondo dell’animazione per
tre settimane, all’Isola D’Elba. Lui ama il mare. Già, stavo dimenticando
quello a cui lui forse tiene maggiormente: l’attaccamento al mare. Su questo
siamo molto diversi. Io amo la città, col suo caos, gli edifici mastodontici e
ho il perverso piacere per la puzza di smog. Lui invece ama Napoli. No, non è un
esempio casuale. Le sue origini sono interamente partenopee, come le mie.
Appena può, lui si precipita in quella meravigliosa quanto maledetta città. Si
schianta così volentieri in quell’accavallarsi di voci e corpi pieni di
folklore! Si ferma a mangiare una pizza “a portafoglio” e dopo una
sfogliatella. Ma mai, e dico mai, anche quando a Napoli ci siamo andati
insieme, ha rinunciato a una visita calorosa ai suoi parenti. I nonni, che lo
hanno cresciuto con dedizione, e gli zii, genitori acquisiti per lui e per il
fratello minore Francesco. Josef ha imparato molto dal dolore. In poco tempo ha
perso due nonne, un nonno e uno zio giovanissimo. Eventi che lo hanno
devastato, ma hanno lasciato anche una paradossale scia vitale. Lui ha preso il
dolore e ne ha fatto forza. Il dolore ha stimolato la sua crescita, e talvolta
gli ha permesso, insieme alla pagina e all’inchiostro, di esprimere la sua
condizione emotiva. Ha fatto il magazziniere, il pasticciere, il cameriere.
Adesso incide e ricama. Si è rituffato poi nel mondo dell’animazione per stare
di nuovo accanto al mare, per scoprire nuovi orizzonti fatti di nuove amicizie
e nuovi posti da esplorare. Josef è questo: un giovane libertario che non teme
il giudizio. Che si butta, che plana sulla vita osservandola, senza rimanere
impreparato. Voglio concludere, ringraziandolo infinitamente per questo piccolo
spazio, ma soprattutto voglio fargli un augurio speciale per questo libro,
nella speranza che le sue parole acquistino notorietà e vengano interpretate
con cura, nel bene o nel male.
Ti voglio bene.
Luca Di Dio